Mancanza di personale ospedaliero – Disorganizzazione – contagio da Covid 19 – risarcimento danni
In numerosi casi il danno causato al paziente può derivare non solo da errate prestazioni del medico curante ma anche dalla assenza di adeguate strumentazioni o macchinari, da una insufficiente presenza di personale sanitario, da sanitari con livello di specializzazione inadeguato, o mancata o incorretta custodia di alcune categorie di pazienti.
Si parla in questi casi di una responsabilità autonoma della struttura sanitaria, ovvero una responsabilità non imputabile ad una condotta colposa del personale medico, riconducibile invece a carenze di tipo organizzativo della struttura stessa.
Esempio: il paziente che, seppur ricoverato per patologie diverse, contrae il Covid-19 in ambiente ospedaliero, a causa di carenze organizzative della struttura.
Sul punto la Legge Gelli-Bianco (Legge 8 marzo 2017 n.24) ha sancito che il concetto di sicurezza delle cure è una parte costitutiva del diritto alla salute e ciò è realizzabile anche attraverso l’insieme di tutte le attività finalizzate alla prevenzione e alla gestione del rischio connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie e l’utilizzo appropriato delle risorse strutturali, tecnologiche e organizzative”. Responsabilità Medica: quando è responsabile la Struttura Sanitaria?
Si può parlare di danno da “disorganizzazione” nel momento in cui la struttura sanitaria viola gli standard medi di organizzazione ed efficienza, ovvero quelli che un paziente può ragionevolmente attendersi e prevedere nel momento in cui affida la cura della propria persona ad una struttura ospedaliera.
COVID-19 E RESPONSABILITA’ DELLA STRUTTURA SANITARIA
Secondo costante giurisprudenza la struttura sanitaria risponde ex art. 1218 c.c. dei danni patiti dal paziente a seguito di infezioni nosocomiali contratte durante la degenza, nel caso in cui tali pregiudizi siano dipesi dall’inadeguatezza della struttura.
In tale circostanza, un profilo di rimproverabilità, in capo a quest’ultima, potrebbe essere connesso alla mancata adozione delle precauzioni indispensabili per scongiurare il rischio del contagio da parte dei reparti Covid-19.
E’ da ritenersi certamente insufficiente, per la struttura nosocomiale, la mera attuazione di protocolli di sterilizzazione, in assenza della più rigorosa prova delle condotte concretamente poste in essere dall’istituto per una efficace e consapevole opera di sanificazione.
Nonostante l’eccezionalità della situazione pandemica da Codid 19 e quindi l’assenza di reparti specializzati, la limitatezza obiettiva della strumentazione e dei posti letto in terapia intensiva (dovute alle limitazioni finanziarie e quindi non imputabili alla struttura sanitaria) non si può aprioristicamente escludere la responsabilità sanitaria con riferimento al danno da contagio in ambiente ospedaliero.
La responsabilità della struttura sanitaria, pubblica o privata, sarà quindi pacifica ove risultino una mancata sterilizzazione, o un inadeguato isolamento dei reparti Covid e di conseguenza il paziente “no Covid” risulti contagiato a seguito del ricovero per altre patologie.
La struttura sarà ritenuta responsabile nel caso in cui non riesca a far fronte alla prova liberatoria di cui si è detto e sarà tenuta a risarcire tutti i danni al paziente contagiato.
Lo Studio SCD affianca pazienti e medici – su tutto il territorio italiano – per la corretta valutazione della sussistenza di responsabilità medica e della struttura sanitaria, sia sotto il profilo civile (risarcimento dei danni) che penale, avvalendosi anche di professionisti di fiducia e professori ordinari di medicina legale. Responsabilità Medica: quando è responsabile la Struttura Sanitaria
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